Un Paradiso Presente...

...un inferno passato

 
Lettera 1
Lettera 2
Marea

 

24 Maggio 2004

Caro Ugo,
oggi sono stata incantata da una delle tue ultime lettere di Jacopo Ortis e devo dire che è sempre splendido poter essere deliziata dal dolce gusto delle tue parole.
Ah, come te anche io desidero perdermi nell’infinità di un paesaggio, di un bosco, un viaggio, una beatitudine, un luogo brioso dove riflettere, dove vivere… dove passeggiare…correre e pensare e non pensare a null’altro che il paradiso di un mondo meraviglioso, di una parte di essa che è contaminata dalla bellezza celestiale, una perfezione che solo Dio poteva donarci… e tu, Foscolo, mi fai smarrire in quest’infinità così breve….Oh perché la felicità dura così poco? Perché i bei pensieri cedono il loro nobile posto alla solitudine, alla cupidigia della vita?
Perché non si può vivere d’attimi felici? E poi perché attimi? Un tempo pronunciato ma finito, un immenso periodo consumabile.
Perché…tu oh Tempo ti vai consumando così veloce? Perché?
E mentre io sto qui a pensare, ad addolorarmi l’anima con false speranze e sogni quasi irraggiungibili, il Tempo fugge ed io mi distruggo inesorabilmente assieme ad esso.
Tu Foscolo che sai come amare, sai cos’è l’Amore, conosci la qualità dei bei sentimenti e non li annebbi in un mare di sciocchezze, non sprofondi in quel cupo strapiombo, lasciando correre via il desiderio, il piacere… che non sono altro che soli attimi, oscurando un sentimento tanto forte quanto maturo ma tanto fanciullo quanto l’Amore.
Al giorno d’oggi ci si dice “cogli l’attimo” ma a volte un attimo è costituito da sole e continue trappole d’inganni ed altri invece, chiamati davvero “attimi”… durano per tutta la vita, sono paradisiaci ma soprattutto VERI…. Sublimi sentimenti che mi colgono l’anima come fosse un fiore, rubano il mio prezioso cuore non lasciando nulla in solitudine, e codesti, si possono definire assoluti, immensi e celestiali attimi. Mi diletta quest’insito pensier mio che vola solitario verso una meta ora sconosciuta, ma presto queste ali smetteranno di volteggiare al suon di colui che canta insinuandosi dolcemente in un laborioso nido.
Perché tu Vita a volte sei così tremenda e vaga?
Ah... se solo tu, oh Vita ora potessi correggere questo tuo errore… mi hai lasciata sbocciare in un’epoca che non mi appartiene, un’epoca dove padroneggia il consumismo, la falsità, l’ipocrisia… ed io… in questa vana realtà, non sono altro che una povera anima ingenua, uno strumento nelle mani degli insoddisfatti eterni,loro persone false che in ogni modo devono raggiungere il loro obiettivo, ma quest’ultimo è avaro e ingordo… infinito direi, finche dopo aver sprecato inutilmente i loro preziosi attimi, si capacitano che sono travolti dalla solitudine e che mancherà sempre qualcosa alla loro ormai fragile anima.
Ed io? una persona incompresa in quest’oceano di monotonia e di linearità imperfetta, ecco ciò che Sento, ciò che Sono, germogliata in un malvagio universo che purtroppo mi appartiene.
A cosa serve vivere se il mondo mi obbliga ad apparire ciò che non sono?!È la società d’oggi che mi indica la strada per fronteggiare la vita, ma questa via spesso, non è parte di me, è come imparare ad essere ciò che non sono…. Si chiama forse crescere? Ma come si fa a dire che la falsità è maturità? Come si fa ad affermare il falso se in realtà adoro il vero?
Questo è lo squallido grigiore della vita, essere ciò che la società mi ordina ad essere, se non imparo c’è chi è pronto a distruggermi!!
A presto adorato Poeta, un immenso abbraccio da una dimensione troppo distante ma infondo vicina!

Marea